Servizi di salute mentale: un’istantanea del disagio

Sul numero di Maggio del periodico AltraCittà è stata pubblicata una mia intervista alla Dott.ssa Marina Panunzi.

Intervista alla Dott.ssa Marina Panunzi sul servizio offerto nei Castelli Romani

Psicologa, Dirigente dell’Ufficio Pubbliche Relazioni rapporto con il cittadino, Unità Operativa Implementazioni e Programmi Qualità della Azienda Sanitaria Locale Roma H, la dott.ssa Marina Panunzi ha lavorato nel Centro di Terapia familiare dell’Ospedale Santa Maria della Pietà di Roma e, dal 1979 per 16 anni, all’interno della Neuropsichiatria Infantile e nei Consultori del territorio di Ciampino e Marino. Avvalendosi della testimonianza della sua importante esperienza professionale, ci proponiamo di raccogliere una istantanea dello stato di salute dei servizi di salute mentale del nostro territorio.

L’attuale situazione di dissesto finanziario del Servizio Sanitario Nazionale come incide nella qualità dei servizi offerti dal Dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma H?
Sicuramente non a livello clinico, probabilmente a livello proprio strutturale e di offerte di servizi aggiuntivi per gli utenti.

Di quale tipo?
Anche nei centri diurni probabilmente se ci fossero altri strumenti che ti consentano di ampliare la cura terapeutica, non soltanto con la psicoterapia ma anche con le arti terapie o quant’altro probabilmente sarebbe un servizio ed un valore aggiunto. Ma non a livello professionale. A livello professionale l’ottica psicoterapeutica è la stessa. Certo, la difficoltà che noi oggi abbiamo è che gli operatori vanno in pensione e poi non ne vengono assunti di nuovi perché la Regione non ce lo consente. Quindi, meno personale ma la qualità professionale è la stessa. Siamo di meno e se avessimo qualche euro in più probabilmente potremmo offrire dei servizi aggiuntivi.

Il problema dei tagli al personale, lo scorso mese aveva indotto anche il direttore sanitario Amedeo Cicogna a rassegnare le dimissioni. Quali sono le attuali condizioni lavorative degli operatori della salute mentale?
Diciamo che il discorso della crisi dell’altro mese era relativo soprattutto all’aspetto medico e dei pronto soccorso. Quindi probabilmente per logica, se un utente psichiatrico aveva bisogno di una prestazione, avrà avuto delle difficoltà. Perché, se il personale che lavora anche per le consulenze psichiatriche nelle nostre strutture è diminuito, è chiaro che si rallenta poi probabilmente un servizio urgente. Questo è sicuramente vero dal punto di vista del pronto soccorso. Io intendo anche dal punto di vista degli operatori sanitari che lavorano per esempio all’interno dei centri diurni o delle altre strutture. Ci sono delle strutture, a me risulta, che sono scoperte. Tanto è vero che si sta cercando di sopperire razionalizzando un po’ il personale che c’è tuttora. Eravamo 5000 dipendenti, adesso siamo 3800 a livello di tutta la Asl Roma H per un totale di 450mila abitanti. Quindi in tutto, per esempio per quanto riguarda gli psicologi, siamo neanche una sessantina e non si assume, ecco il problema, c’è il veto.

La crisi finanziaria che sta attraversando il sistema paese ha cambiato le caratteristiche della popolazione che afferisce ai servizi di salute mentale, sia dal punto di vista socio-economico che psicopatologico? In quale modo?
Secondo me c’è molta più utenza straniera, che non usufruisce soltanto dei servizi di psichiatria. Nella salute mentale penso che comunque afferiscano più psicopatologie di adattamento. Però non strettamente nella psichiatria,ma soprattutto nei servizi del Sert e di alcool-dipendenza e nei Consultori.

Gli stranieri si rivolgono ai servizi di salute mentale anche per problematiche lavorative?
Per quanto riguarda depressioni reattive e tentati suicidi, non ho il polso della situazione. Io sono a conoscenza di tutta questa mole di utenza straniera che mi sembra che sia il 10-11 per cento della nostra popolazione. Secondo me sono preponderanti le problematiche di adattamento.

Rispetto a questi nuovi problemi, tu citavi i disturbi dell’adattamento e problematiche legate soprattutto al disagio socio-economico, che poi chiaramente vanno ad incidere anche sul versante psicologico, che tipo di risposte è in grado di mettere in campo il servizio territoriale del Dipartimento di Salute Mentale?
Bisogna vedere poi quale è la richiesta che fa l’utenza. Perché se è una richiesta di aiuto psicopatologico o psichiatrico la risposta si dà subito. Perché si interviene sulla crisi. Se è sociale e socioeconomico interviene l’assistenza sociale. Quindi loro hanno la competenza anche di rapportarsi con l’assistenza del Comune. Diciamo è una terapia di rete. Per cui sicuramente la prima richiesta di aiuto viene accolta, poi bisogna vedere fino a dove è possibile rispondere.

Esistono anche risorse di mediazione culturale che vengono messe in campo?
Si, le abbiamo, poche ma buone. In alcuni territori addirittura funzione bene anche il rapporto con il medico di base, ma non dappertutto. L’utente deve pagare un ticket se vuole fare un test di psicodiagnostica. Quindi diciamo che è come quando si vanno a fare le analisi del sangue. La cosa importante è che comunque il servizio è in grado di tamponare la crisi.

Dott. Moretti Giuseppe - Psicologo Clinico

Sono uno Psicologo Clinico e di Comunità e Specialista in Psicologia della Salute. Albano Laziale (Castelli Romani) e Roma - Tel: 392.2524764