Frascati: il difficile lavoro delle Unità di strada. Un progetto concreto per contrastare lo sfruttamento della prostituzione

Sul numero di Febbraio del periodico AltraCittà, è stata pubblicata una mia intervista da parte del direttore editoriale Davide Dalmiglio. Si è discusso del lavoro che è stato svolto dell’unità di strada della Associazione Tuscolana di Solidarietà per le persone vittime di tratta a scopo sessuale.

Da diversi anni la Associazione Tuscolana Solidarietà in collaborazione con la Caritas Diocesana di Frascati, diretta da Don Baldassarre Pernice, ha attivato un servizio chiamato Unità di strada nell’ambito del Progetto “Prendere il Volo”, per contrastare lo sfruttamento della prostituzione ed aiutare le donne vittima di tratta costrette a prostituirsi sulle nostre strade. È un lavoro delicato portato avanti da professionisti: psicologi, mediatori culturali ed operatori sociali che intervengono sul campo, sulle strade dei Castelli Romani dove lavorano le ragazze sfruttate. Abbiamo incontrato Giuseppe Moretti, psicologo clinico e coordinatore della équipe di Unità di strada con un’esperienza di quattro anni, per approfondire i risultati e le difficoltà del lavoro svolto in questi anni.

Cos’è l’Unità di strada, quando nasce a Frascati?

L’unità di strada dell’Associazione Tuscolana Solidarietà è impegnata sin dalla primavera del 2005 nell’opera di contatto diretto con le persone che si prostituiscono, nel territorio dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini, e nel monitoraggio del fenomeno della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale. L’Unità di strada persegue l’obiettivo di raggiungere sul territorio, direttamente nelle zone di prostituzione, quelle persone che non hanno altrimenti la possibilità di accedere e godere dei basilari diritti di cittadinanza, come l’assistenza sanitaria, sociale e legale, e non da ultimo essere semplicemente ascoltati ed accolti nei loro più intimi bisogni.

Le ragazze che incontrate sono tutte vittime di tratta, o ci sono differenze fra di loro?

Esistono alcuni indicatori specifici che durante il contatto con le ragazze ci aiutano ad individuare le potenziali vittime di tratta. Quasi la totalità delle persone che noi incontriamo presentano queste caratteristiche, essendo soggette in vari modi a coercizioni e violenze, come per esempio dover estinguere un “debito” contratto per entrare illegalmente nel nostro paese o dover pagare per occupare un tale posto sulla strada. Spesso vengono minacciate anche le loro famiglie nei paesi di origine.

Cambiano le condizioni a seconda del paese di origine?

Certamente. Lo sfruttamento ed il soggiogamento è generalmente in stretta relazione con la possibilità della donna di far valere i propri diritti. Quindi per esempio una ragazza romena, che dopo l’entrata del suo paese nella comunità europea può fare più liberamente una denuncia senza correre il rischio di essere espulsa dall’Italia, a differenza di una ragazza extracomunitaria sarà meno restia nel cercare aiuto. Altri fattori come il grado di scolarizzazione, la povertà oggettiva e l’isolamento sociale, i quali variano a seconda della comunità di appartenenza, influenzano decisamente le condizioni di vita e lo stato di schiavitù.

Se una donna vittima di tratta vuole liberarsi, come potete aiutarla?

L’opera di contatto dell’Unità di Strada è finalizzata ad accogliere globalmente la persona che si prostituisce dal punto di vista psicologico e sociale, per creare un aggancio e per poter poi affrontare la possibilità e la volontà di uscire dal circuito dello sfruttamento. L’articolo 18 della nostra legislazione prevede la possibilità di denunciare lo sfruttamento e di essere accolte in circuiti di protezione dedicati. La nostra équipe quindi, informa le persone che si prostituiscono dei diritti di cui godono le vittime di tratta di esseri umani.

l’Unità di strada ha funzionato fino ad ora grazie a dei finanziamenti erogati dal ministero delle pari opportunità e dalla provincia di Roma; quest’anno il servizio è stato finanziato?

L’esiguità dei fondi erogati in questa annualità per il Progetto “Prendere il Volo”, non ha permesso di finanziare l’attività dell’Unità di Strada.

Se l’Unità di strada dovesse terminare il suo lavoro chi potrebbe aiutare queste ragazze?

Nel territorio di Roma e Provincia operano poche altre unità di strada per il contrasto allo sfruttamento della prostituzione, di cui pochissime finanziate da progetti. E’ evidente che per la scarsità dei fondi, l’amministrazione tenta di far coprire l’intero territorio di competenza con le minori spese possibili. Ne consegue che il lavoro di contatto ed ascolto con le ragazze è divenuto estremamente sporadico e frammentario, e gli sforzi profusi in questi anni per acquistare la loro fiducia rischiano purtroppo di vanificarsi.

E’ vero che negli ultimi anni avete incontrato un numero crescente di ragazze italiane che sono tornate sulla strada?

In casi molto sporadici abbiamo contattato delle anziane signore italiane che per stato di necessità hanno ricominciato dopo molti anni a prostituirsi in strada. In un caso abbiamo anche incontrato una giovanisima donna italiana in stato di marcata indigenza e disagio. E’ evidente che la difficoltosa situazione sociale ed economica del nostro paese, colpisce in maniera più marcata le classi sociali più povere.

Dott. Moretti Giuseppe - Psicologo Clinico

Sono uno Psicologo Clinico e di Comunità e Specialista in Psicologia della Salute. Albano Laziale (Castelli Romani) e Roma - Tel: 392.2524764