Monthly Archives Luglio 2014

Dr. Giuseppe Moretti Psicologia Psicoterapeuta Albano Laziale e Roma

Un nuovo orientamento scientifico per l’intervento con i disturbi psichici gravi

Il recovery

Le malattie mentali gravi come la schizofrenia, i disturbi dello spettro psicotico, il disturbo bipolare o la depressione maggiore presentano dei caratteri di sostanziale cronicità, accompagnandosi solitamente ad una marcata compromissione del funzionamento psicosociale della persona, ad un ritiro sociale ed all’appiattimento dell’affettività. Inoltre si caratterizzano per la presenza persistente ed invalidante di sintomi come i disturbi del pensiero, le compulsioni ed un basso livello nel funzionamento cognitivo. L’insieme di queste disabilità incide in maniera significativa sullo svolgimento delle attività quotidiane e sulla qualità della vita della persona.

Quello che colpisce maggiormente è che mentre le disabilità correlate a molte malattie croniche di tipo fisico, come per esempio l’ictus o la cardiopatia, sono culturalmente più accettate, per quanto riguarda la malattia mentale permane ancora un certo atteggiamento stigmatizzante ed un generale senso di sfiducia sulle possibilità di adattamento all’ambiente delle persone che ne sono affette.

Un nuovo approccio scientifico per la riabilitazione psichiatrica è quello del recovery, di cui Robert Paul Liberman è uno dei maggiori esponenti e sostenitori. Il termine recovery, non facilmente traducibile in italiano, si riferisce ad un processo trasformativo che tende al superamento delle disabilità correlate alla patologia mentale. Questo orientamento è quindi lontano da posizioni ideologiche rispetto al tema della guarigione, tendendo invece a sottolineare e rinforzare le risorse dell’individuo. Ci si riferisce a quest’ultimo concetto con il termine di empowerment.

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